Yesterday, Louise Brooks was celebrated in jazz in Italy. . .
Il 7 dicembre, ore 21, alla Casa del Jazz, Roma
SIMONE GRAZIANO QUINTET
“Frontal”
David Binney sax alto
Dan Kinzelman sax tenore
Simone Graziano pianoforte
Gabriele Evangelista contrabbasso
Stefano Tamborrino batteria
CRISTIANO ARCELLI QUARTET
“Brooks”
Cristiano Arcelli sax alto
Federico Casagrande chitarra elettrica
Marcello Giannini chitarra elettrica
Zeno de Rossi batteria
CRISTIANO ARCELLI /SIMONE GRAZIANO ENSEMBLE
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e Zètema Progetto Cultura
Riprende l’attività della Casa del Jazz, sabato 7 dicembre
nell’ambito di “Musei in Musica” in collaborazione con l’Assessorato
alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e
Zètema Progetto Cultura, con un triplo concerto: alle ore 21.00, il
pianista Simone Graziano presenta il suo cd “Frontal” acclamato dalla
critica musicale come una delle migliori produzioni del 2013, con lui
sul palco, un quintetto d’eccezione composto dall’icona del sassofonismo
americano David Binney (sax alto), dal giovane talento americano ma
naturalizzato in Italia, Dan Kinzelman al sax tenore, da contrabbassista
Gabriele Evangelista e dal batterista Stefano Tamborrino.Alle ore 22,00
,Cristiano Arcelli con il suo quartetto presenterà il suo ultimo
progetto discografico “Brooks”, un tributo alla diva dark del cinema
muto Louise Brooks, realizzato per l’etichetta Auand.Sul palco, accanto a
Cristiano Arcelli (sax contralto), alcuni dei più interessanti
musicisti del jazz italiano: Federico Casagrande e Marcello Giannini
(chitarre elettriche) e Zeno de Rossi (batteria).Infine alle
23,00,Cristiano Arcelli / Simone Graziano Ensemble con i musicisti dei
due gruppi che si uniranno sul palco.
“Frontal”, il nuovo disco del pianista fiorentino Simone Graziano
pubblicato a maggio da Auand Records e realizzato insieme a Chris Speed,
David Binney, Gabriele Evangelista e Stefano Tamborrino, è un concept
album che nasce dall’improvvisazione, si cristallizza nella scrittura e
si semplifica nella canzone, suggerendo una forma che è data
dall’insieme di tre cerchi concentrici. Con il cerchio esterno, il più
grande, a rappresentare l’improvvisazione; il cerchio intermedio, la
composizione; e quello più piccolo le song. Nessuno di questi elementi
viene mai disatteso, perché nella composizione, anche laddove la
scrittura appare molto compressa, la musica continua a mantenere una
singolare cantabilità e l’improvvisazione è sempre presente.
Il primo cerchio dell’album passa attraverso tre momenti
improvvisativi: Frontal, la title track che apre il disco, No Words At
All, brano centrale e Carolina, l’unica in piano solo, che chiude il
disco. Il momento compositivo si sublima nei quattro brani articolati su
forme inusuali e complesse Tre Spirali, As a First Point, Away From
Here, Takehiko, tutti caratterizzati da una densa scrittura. Ci sono
infine brani come Rock Song #1, Rock Song #2, Nocturnal Fly, e Lucyne,
dove predomina la semplicità formale e melodica.
Sono molti, in “Frontal”, di Simone Graziano, i riferimenti alla
formazione e alla personalità del leader. C’è il desiderio di dare suono
a una forma geometrica, come nel caso della song minimale Lucyne, che
sfuma nel brano Tre Spirali, prendendo un andamento vorticoso e
complesso proprio come le spire; o come in Takehiko, dedicato
all’incontro presso il Bauhaus Archiv di Berlino con un’affascinante
scultura dell’artista Takehiko Mizutan: una lastra di bronzo fusa che dà
vita a tre coni concentrici poggianti su un asse obliquo. C’è la
passione per la musica rock, quella con cui il pianista fiorentino è
cresciuto, espressa nelle due Rock Song. Ci sono le improvvisazioni
collettive come in No Words At All dove la suggestione è un suono senza
alcuna evoluzione, statico, asettico e distante. Ci sono i grooves di As
a First Point; le sovrapposizioni armoniche inusuali di Away From Here;
la rappresentazione in musica del sogno di volare di Nocturnal Fly;
l’inno al mistero della vita di Carolina.Quella che ha accompagnato
Simone Graziano nella realizzazione di “Frontal” è una formazione
d’eccezione che avvicina in maniera esclusiva due realtà musicali
distanti solo geograficamente, ovvero la sempre più vivace scena
jazzistica italiana e l’effervescente mondo dell’improvvisazione
newyorkese. Due assi della scena contemporanea statunitense incontrano
tre giovani ma già affermati musicisti italiani in una combinazione di
originalità e talento.
L’eccezionalità dell’incontro è accresciuta dal
fatto che Chris Speed e David Binney, pur avendo all’attivo più di 160
pubblicazioni discografiche, non si erano mai proposti prima d’ora in
uno stesso gruppo. La carica innovatrice della band sta nella scelta di
eseguire solo musiche originali, composte e arrangiate ad hoc dal leader
Simone Graziano; tutte le composizioni mirano a valorizzare il
virtuosismo dei singoli esecutori in una musica che non lascia mai da
parte la melodicità dei temi e la ricchezza armonica, frutto dello
studio dei più grandi maestri della tradizione classica e jazzistica.
Tutto ciò contribuisce a determinare un suono d’insieme unico e moderno.
A un anno dalla sua fondazione, il gruppo guidato da Simone Graziano
ha già raccolto un pregevole successo di pubblico ed entusiasmanti
consensi dalla critica specializzata, che hanno consentito al pianista
di essere nominato nel Top Jazz 2012, indetto dalla rivista Musica Jazz,
nella categoria Migliori Nuovi Talenti.
“Brooks” è il nuovo lavoro di Cristiano Arcelli, un tributo alla diva
dark del cinema muto Louise Brooks, realizzato per l’etichetta Auand.
Alla mostra del Cinema di Parigi del 1950, il famoso storico del
cinema Henri Langlois, curatore della mostra, proclamava senza mezzi
termini: “Non esistono Garbo e Dietrich, esiste solo Louise Brooks!”. Fu
l’inizio della riscoperta e riabilitazione dell’attrice che durerà fino
ad oggi. La sua straordinaria e conturbante bellezza, che ne fecero
subito il prototipo della donna seduttrice e l’incarnazione del sesso,
irruppero nel perbenismo di quegli anni. Divenne l’oggetto del desiderio
d’intere generazioni.Guido Crepax dichiarò di essersi ispirato a una
foto dell’attrice e alla sua malizia conturbante quando creò l’eterea e
peccaminosa Valentina e iniziò un fitto rapporto epistolare con lei per
presentarle i suoi lavori e scambiarsi idee, pensieri e intima amicizia.
La musica del disco nasce dalla penna di Cristiano Arcelli, il quale
fonde il jazz con l’hardcore e il punk e raccoglie tutte le sue
esperienze artistiche maturate in questi anni, traendo ispirazione dal
personaggio di Louise Brooks.
Ogni brano ha un riferimento preciso:
“Solid Gray”
il titolo è ispirato alla luce dei film dell’epoca del muto. Louise
Brooks, alla quale è dedicato il cd, è stata una diva indiscussa di quel
mondo.
“Boogeyman and Me”
il lato oscuro della personalità di Louise Brooks (e della nostra),
quello che traspare dal suo sguardo, quello che si percepisce leggendo
la sua biografia e guardando la sua immagine.
“Elison Parade”
una canzone, firmata assieme a Cristina Zavalloni, che racconta di
lontananza, di distacco. Un testo ispirato ai tanti cambiamenti
repentini che Louise Brooks ha avuto come donna e come artista nel corso
della sua vita
“Pandora”
ispirato al film di Pabst “Il Vaso di Pandora”. Louise Brooks
diventerà Lulu, una vera icona del ‘900. La forma del brano “bipartita” e
frammentata ritmicamente, descrive la pericolosità dell’essere doppi.
“Verse for Brooks”
come un “verse”, l’introduzione delle canzoni americane di jazz,
ritmicamente largo e cantabile, nel mio immaginario descrive la vita di
Louise precedente alla carriera cinematografica.
“The City Gone Wild”
il titolo è preso in prestito dall‘omonimo gangster – film del ‘27.
Il brano è rabbioso, corrosivo e accelera la percezione come in un film
scomodo e di movimento.
“Around Lulu”
un brano dedicato alla Lulu del “Vaso di Pandora”, volendo guardare
l’altra faccia della luna. Un brano diviso in due, prima tranquillo e
lirico, poi di colpo ritmico e distorto.
“Corale for Brooks”
un’introduzione elettronica prepara il campo ad un corale. Si
percepisce la calma del cammino compiuto con tutta la solenne pacatezza
di un brano che non ha bisogno di sviluppo ma solo di essere cantato.
“I’ll remember Louise”
il voler tenere a mente la luce dello sguardo di Louise Brooks,
un’artista che ha fatto del vivere la contemporaneità una missione e che
ha avuto nel suo destino la persecuzione delle sfide dell’arte e della
vita.
“Elison Parade” (reprise)
in conclusione un “ritorno”.
In “Brooks”, accanto a Cristiano Arcelli (sax contralto), alcuni dei
più interessanti musicisti del jazz italiano: Federico Casagrande e
Marcello Giannini (chitarre elettriche), Zeno de Rossi (batteria) e,
ospite d’eccezione, la voce di Cristina Zavalloni.
Cristiano Arcelli in questi anni si è affermato come sassofonista e
compositore. Ha collaborato con artisti quali: Enrico Rava, Joe
Chambers, Paolo Damiani, Cristina Zavalloni, Dafins Prieto, Paul
McCandless, Cyro Baptista, Danilo Rea, Gabriele Mirabassi, Nguyen Le,
Stefano Battaglia. Si è esibito in molti festival tra i quali: Umbria
Jazz, Roccella Jazz, Jazz at Lincoln Center (NY), Casa del Jazz (Roma),
European Jazz Expo (Cagliari), Maison de la Culture de Grenoble, New
Morning (Parigi), Jazz Festival Saalfelden, Barga Jazz, Beijing
Internationl Jazz Festival, Amiens, Teatro Regio (Torino), Auditorium
Parco della Musica (Roma). La sua attenzione per la composizione e
l’arrangiamento l’hanno portato a cimentarsi con organici di ogni tipo,
dal trio all’orchestra sinfonica, travalicando gli ambiti del jazz verso
le stagioni concertistiche classiche, le colonne sonore, il teatro e la
danza.
Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma
Info: 06/704731
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
Relazioni con la stampa: Maurizio Quattrini 338/8485333